Dal Conero ai Sibillini

Partenza: mirabile opera di meccanica, Vespa dà anche prova di tutta la sua versatilità. Non le basta lo statuto d’icona culturale, a fianco di gente del calibro di Topolino o la pasta al pomodoro. Questa splendida quarantenne si è messa in testa di insegnare a tutti come caricare bagagli a profusione in quello spazio concesso da due portapacchi che, a guardarli bene, sono davvero piccoli. Sull’asfalto del luogo della partenza, all’inventario risultano uno zaino enorme, uno zaino, che sta per esplodere di cibarie e «robe che ce serve», un altro zaino che per fortuna non sta per esplodere, due sacchi a pelo, una tenda, due sedie pieghevoli, una gazzetta dello sport.
Niente, con Vespa è inutile provare a ragionare, il tempo di un panino col tonno e ci trascina appena svegli al primo test su strada, la temuta discesa di via Emilio Bianchi. Le ruote scivolano morbide dalla pendenza che si infrange bruscamente sul falso piano di via Trieste, Vespa attutisce e riassetta, la compressione dei bagagli fa il resto.

Scendiamo verso la marca Maceratese, Vespa 125 px, ssp solo strade provinciali, con il picco dei 70 orari. Direzione lago di Fiastra, campo base d’elezione del «giro dei Sibillini», che nasce da un’idea maturata durante l’anno, cioè andare e stare nelle zone colpite dal terremoto per vedere, conoscere, toccare con mano la situazione. Il viaggio, da Fiastra, ci porterà fino ad Amatrice, oltre i Sibillini. Una terra che Armando Nanni, amico e presidente di «Laga insieme» ci ha descritto come eterogenea al suo interno e divisa da differenze più o meno profonde, ma allo stesso tempo caratterizzata dal patrimonio culturale («materiale e immateriale») e da modi di vivere comuni.

Lungomare di Scossicci, proseguiamo verso la marca maceratese, il mare è una tavola, nonostante la leggera foschia, alla nostra destra compaiono già le sagome dell’Appennino.
Sosta a Porto Potenza Picena, prime occhiate incredule e divertite del barista.
‘Ndate su a pia’ l’aria fresca?
Vespa inizia a tossicchiare quando prendiamo la sp485, che da Civitanova va verso l’Umbria. Noi viaggiamo in direzione Tolentino. Piazza della Libertà, effetti del terremoto, forte odore d’anice, il portico ci fa ombra, sulle colonne dibattito tra gli “spazi autogestiti” dai partiti politici, si riparte.
Altra sosta sullo stradone in salita già dentro i Sibillini: è la strada che collega Caldarola al lago, Vespa fatica, i 120 kilometri si fanno sentire. Tossisce, arranca e così troviamo rifugio in una piazzola soleggiata. Le cicale sono in festa, incuranti. Anche noi, come Vespa, arranchiamo e i nostri discorsi risentono del calore assorbito durante il viaggio. Il traguardo però è vicino, si riparte. Lago di Fiastra.

Bagno rigenerante e calciomercato, Shick shock e Vecino vicino, Fantantonio Cassano imprigionato nella sua caricatura.
Basta poco per rimettere in funzione il nostro taxi personale. Direzione Pievebovigliana.
Poco prima di Fiordimonte ci facciamo stregare da un prato collinare. Da qua si può ammirare parte dei monti Sibillini, sono dei paesaggi disegnati. La quiete è messa alla prova da un esercito di grilli e dai click della nostra macchina fotografica.
Fino a Fiordimonte è una passeggiata, non c’è neanche bisogno di accelerare e Vespa scivola sull’asfalto. Sulla sinistra: Vico di Sopra. Percorriamo la via maestra che termina in salita sull’uscio di una casa. Potrebbe sembrare l’ora del riposo. Camminando tra case e vie che sfociano su prati incolti ci aspettiamo di incontrare qualcuno da un momento all’altro, che sbuchi dietro quell’angolo o si affacci incuriosito da quella finestra semi aperta. In realtà il paese è vuoto. Tutto è immobile, fermo. Sopra la fontana ci sono due piccole statue che raffigurano due signorotti, sembra che discutano amabilmente facendosi coccolare dall’ombra e dal venticello che si alza proprio mentre il sole se ne sta andando. Uno dei due ha una gamba monca.

Pievebovigliana. Del bar Varnelli, purtroppo, è rimasta solo l’insegna. La piazza centrale, dove non ci sono più le squadre di anziani a sfidarsi alla briscola, è circondata dalla zona rossa e il Bar Centrale è diventato un piccolo container con una veranda. Alla televisione immagini di sport. Fuori due tavoli, un gruppo di ragazzi è all’ora dell’aperitivo. Beck’s e noccioline.
Ragazzi, ma da qui come ci si arriva alla fabbrica del Varnelli? Devi ‘nda’ giù verso la Maddalena a Muccia, non è distante da qui. Ve piace il Varnelli a voi? Il prossim’anno se fa la festa perché se festeggia i 150 anni. Eeeh, meglio dell’Unità d’Italia.
Allora lu’ è ‘n Carabiniere, lu’ il presidente della Proloco e invece quello che sta a arriva’ è el vicesindaco. Ammazza ce so’ le autorità allora. Ragazzi ce siete il 4 e il 5? C’è la festa della birra, la famo giù al campo sportivo.

Ritorniamo verso Fiastra all’ora del tramonto, al paese giriamo a sinistra verso la chiesa di San Paolo. Restiamo incantati di fronte alla vista del lago e dei monti che gli fanno da cornice. A pochi metri un campetto di calcio invaso dalle piante selvatiche, ruggine su pali e traverse.

Francesco Mazzanti e Enrico Mariani

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