Tra Campotosto e Amatrice

Se vi dovesse capitare, dopo una giornata al lago di Campotosto, di tornare verso la Salaria, passereste sicuramente dentro Amatrice. Dentro quello che è rimasto di Amatrice. Retrosi, Moletano, Collecreta, Voceto, Collepagliuca, Cascello, Prato e la località di Ponte Sommati. Solo alcune delle 69 frazioni del “borgo più bello d’Italia”. A pochi passi dall’area food e dai due centri commerciali, eppure abbandonate, vuote. I “satelliti” del centro di Amatrice sono paesi fantasma. Accanto alle vecchie case sono sorte, in ogni frazione, le aree adibite alle case provvisorie (le Sae). Chi ha deciso di restare vive lì. Con tutti i problemi del caso.

Cascello è impressionante. Impossibile provare a immaginare la struttura del piccolo borgo. La strada ci passa dentro, case a destra e sinistra e una piccola fontana al centro della “piazza”. Adesso le macerie sono raggruppate a forma di piramide. Una per ogni palazzo, suppongo. Un cartello impone “No Selfie. Luogo di rispetto”. L’atmosfera è spettrale ma l’acqua continua a uscire, ghiacciata e benefica, dalla fonte. Su Maps ci sono le immagini di luglio del 2011: due signori senza casco in motorino e un gruppo di persone. Ci sono delle signore, degli anziani e c’è anche un bambino con un Super Santos. Ora invece, nel buio di un sabato di gennaio, si nota solo una piccola luce che proviene da una casa di legno. Una sola macchina. Mi chiedo: quando ritornerà Cascello? Ritornerà?

A Ponte Sommati sono rimasti in piedi pochi palazzi, uno di questi, al piano terra, è un bar. Dentro una signora accogliente vi potrebbe raccontare molte cose. E la genziana che portate alla bocca diventerebbe molto amara.
“Sta casa l’ha costruita mi’ marito con le mani sue. Anche quell’altra dove stavamo il 24 agosto, a Rocchetta. Adesso è da demolire però c’ha salvato la vita”.
Ne ha una per ogni argomento la signora. Di origini amatriciane è cresciuta nella capitale ma poi, tra una visita e l’altra alle sue montagne, si è innamorata. E qui è rimasta.
“I centri commerciali? Mamma mia quanto so’ brutti, una desolazione. E poi chi l’aveva visti mai qui i negozi al secondo piano? Prova ad andare durante la settimana, la situazione è spettrale, non ce sta nessuno”.
Anche la costruzione dell’area food, secondo la signora, ha innescato dinamiche perverse all’interno del paese. Tutto è sotto gli occhi di tutti e scattano facilmente le gelosie. Per non parlare della costruzione delle Sae. Con le caldaie messe fuori casa e i tubi dell’acqua a 50 cm sotto il terreno. Così nei momenti in cui fa più freddo le caldaie non si possono utilizzare. Lo aveva già fatto vedere il programma Propaganda Live, con il servizio dalla frazione Borgo, di Arquata del Tronto.
“Ah si, tanto le casette so’ quelle per tutti. Qui la gente mentre guardava i lavori diceva: ‘va bè, le metteranno dentro le caldaie’. E invece, alla fine della fiera, ce le siamo ritrovate tutte di fuori. Incredibile. Qualcuno ha provato a fare una coibentazione artigianale ma il danno ormai è fatto”. Un incentivo a restare, senz’altro.

Francesco Mazzanti